Il mio desiderio racchiuso in te

racconto MM per adulti

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    Il mio desiderio racchiuso in te



    “ Dannazione!” Daniel batté il bicchiere contro il bancone.
    Avevano litigato ancora il motivo era sempre lo stesso: l'assurda gelosia di Adam…


    Adam Steel, redattore della nota rivista di moda “ Trendy e Glamour” si era appena alzato dalla propria scrivania. Quella faticosa giornata di lavoro finalmente era giunta al termine.
    Con un sorriso stanco, pregustava di trascorrere la serata in casa, magari guardando un film in compagnia di Daniel.
    Chiuse velocemente l’ufficio e si ritrovò nel corridoio oramai deserto, in redazione non era rimasto quasi nessuno.
    Decise di andare da Daniel, sicuramente il capo redattore aveva quasi finito.
    Chiamò l’ascensore, salendo fino al quinto piano, Daniel Paterson, capo redattore della Trendy e Glamour, era conosciuto per i suoi orari da stacanovista, ma era anche merito suo e di quell’impegno se la rivista riscuoteva un notevole successo.
    Dotato di un temperamento dinamico e autoritario, esigeva dai propri sottoposti massimo impegno e assoluta precisione.
    Adam sorrise, stavano insieme da quasi un anno, ma si conoscevano dai tempi del college.
    Non era facile stare accanto a Daniel, il suo carattere apparentemente cinico incuteva negli altri un sentimento di soggezione, quasi di ritrosia, ma per chi come lui, lo conosceva bene, in realtà il giovane era anche capace di gesti teneri.Sapeva essere un compagno paziente, un amante tenero e dolce, un amico sempre disposto ad ascoltare.
    L’ascensore si aprì, il corridoio era deserto, Adam si diresse verso l’ufficio del compagno, la porta era socchiusa e il suono di alcune voci giunse fino all’orecchio del giovane redattore.
    Jason rimase pietrificato, la scena che gli si presentò davanti gli fece gelare il sangue.
    Daniel era poggiato alla propria scrivania, una strana espressione dipinta sul viso, languidamente aggrappata a lui, una graziosa brunetta, era Amy la sua segretaria.
    “ Ti vedo stanco,” stava dicendo con voce carezzevole.
    Il giovane aveva alzato le spalle con noncuranza “ Sto bene.” aveva detto con fare sbrigativo, cercando di liberarsi da quell’abbraccio, ma lei lo aveva fermato.
    “ Perché non ti riposi un po’?” aveva insistito Amy, mettendogli una mano sul braccio “ Vuoi che ti faccia un massaggio?”
    Daniel l’aveva guardata con freddezza.
    “ No, grazie.” rispose secco, ma la ragazza non si era persa d'animo, si era avvicinata mettendo bene in mostra il seno evidenziato dalla scollatura della camicetta.
    “ Ne sei proprio sicuro?” propose con voce volutamente strascicata.
    “ Risparmia le tue voglie per qualcun altro, Amy” aveva risposto scostandosi da lei senza tanti complimenti.
    Sfortuna volle che proprio in quel momento Adam stesse assistendo alla scena. Avrebbe voluto andare da quei due, prendere a pugni quell'idiota del fidanzato e far sparire quel sorriso dal viso di Amy a suon di schiaffi, ma non lo fece.
    Si limitò non visto a tornare sui suoi passi: voleva, doveva calmarsi, possibile che quel cretino non riuscisse a tenere lontana quella specie di assatanata filiforme?
    Purtroppo per lui non aveva sentito la risposta di Daniel e il suo secco rifiuto.
    “ Sono impegnato, Amy” aveva risposto il capo redattore “ e non tradirei mai Adam.”
    Amy aveva fatto il broncio.
    “ Sei il solito guastafeste.” aveva risposto.
    “ Sono fidanzato” aveva risposto lui “ non potrei mai tradire il mio compagno. Mettitelo bene in testa.” l'aveva lasciata senza aggiungere altro, era tardi e Adam lo aspettava.
    Aveva voglia di vederlo, di stringerlo, non gli avrebbe mai confessato il vero motivo, aveva pur sempre il suo orgoglio e poi per certe cose le parole non occorrevano.
    Lo trovò all’ingresso in piedi, gli si avvicinò e gli cinse la vita. A quell’ora non c’era quasi nessuno, un piccolo gesto di tenerezza ci stava pure.
    Sentì il giovane irrigidirsi e scostarsi prontamente.
    “ Cosa vuoi?” aveva chiesto senza voltarsi.
    “ Che ti prende?” il capo redattore sembrava stupito da quella freddezza.
    Adam si era voltato “ A me niente,” aveva risposto con una luce adirata nello sguardo, “ tu piuttosto” lo apostrofò “ sembravi divertirti quando quella... ti si struscia contro.”
    Daniel aveva guardato il compagno con uno sguardo allibito “ Ma che diavolo dici?”
    “ Vi ho visto!” urlò “Non sono stupido e ho visto cosa facevate.”
    “ Allora,” rispose l’altro con freddezza “ avrai visto anche che l'ho respinta.”
    Adam si diresse verso l’uscita.
    “ Per quello che mi riguarda, puoi farci quello che ti pare.”
    Daniel lo afferrò per un braccio e lo costrinse a voltarsi.
    “ Non c'è niente tra me e lei.” sibilò con uno sguardo minaccioso.
    “ Balle!” Adam stava urlando, ma non gli importava “ Per me puoi portartela a letto e farci tutte le schifezze che vuoi.”
    “ Basta!” tuonò Daniel, afferrandolo alla vita e chiudendogli le lebbra con le proprie, Adam si sentì sbilanciato e d'istinto si aggrappò a lui, ricambiando quel bacio con lo stesso trasporto, poi un pensiero gli attraversò la mente, Daniel credeva di zittirlo con un bacio? Credeva fosse una marionetta nelle sue mani?
    Con violenza si staccò da lui, un potente ceffone colpì la guancia del compagno.
    “ Non farlo mai più,” ansimò col fiato corto “ portati a letto tutte le puttanelle che vuoi e lascia stare me.”
    Daniel si trattenne a stento dal ricambiare lo schiaffo, sapeva che se lo avesse fatto gli avrebbe fatto male sul serio.
    “ Meglio una puttana che un paranoico isterico come te.” aveva detto con voce rabbiosa, avviandosi senza voltarsi.
    Adam si era accasciato a terra in preda ai singhiozzi, quelle parole lo avevano ferito, per lui era inconcepibile immaginare l'uomo che amava tra le braccia di qualcun altro: sapeva di essere geloso, ma quando si ama la gelosia, non è una conseguenza imprescindibile?


    “ Ehi, bello!” quella voce fece tornare Daniel alla realtà.
    Una figura vestita di nero gli si era accostata.
    “ Ti vedo triste.” continuò la figura, la voce roca camuffata da una maschera.
    “ Lasciami stare.” aveva risposto il giovane uomo infastidito.
    “ Pene d'amore?” aveva chiesto quello strano personaggio dalla voce indefinibile, era coperto da un lungo e ampio mantello nero “ Perché non vieni con me, forse riuscirò a farti dimenticare i dispiaceri.”
    “ Lasciami stare,” tagliò corto Daniel “ non credo tu possa aiutarmi.”
    “ Mettimi alla prova,” rispose la figura “ non ho mai deluso nessuno.”
    Daniel sospirò.
    “ Non puoi certo sostituire la persona che amo.” si stupì lui stesso di quell'ammissione fatta a una persona sconosciuta.
    Era entrato in quel locale per distrarsi, Tony il proprietario era suo amico d’infanzia.
    La figura mascherata annuì.
    “ Se non posso sostituire quella persona,” disse “ vieni con me, pensa di essere con il tuo amore, al resto penserò io.”
    “ Sei una donna?” chiese, quel mantello non lasciava intravedere nessuna forma.
    “ Donna o uomo,” rispose la maschera “ sogna di essere col tuo amore.”
    Lo prese per mano “ Chi sono lo scoprirai da te….”
    Lo guidò lungo un piccolo corridoio, aprì una porta e fece entrare il suo ospite.
    Le luci soffuse della sera illuminavano la stanza Daniel si sedette su una poltrona.
    La figura si allontanò e si diresse al centro dell’ampia stanza.
    “ Spero che lo spettacolo ti piaccia.”
    L’uomo rimase impalato, sembrava la scena di un famosissimo film, quello streep non se lo sarebbe mai aspettato, non sapeva nemmeno chi si nascondeva sotto il mantello nero.
    Vedeva solo quell'ombra delinearsi nella luce soffusa, capì che doveva trattarsi di un uomo, era magro e di esile corporatura.
    Con gli occhi della mente rivide una cascata di capelli biondi, un viso familiare, dai lineamenti delicati, due immensi occhi azzurri, un sorriso disarmante a volte quasi infantile.
    Man mano che quell'ombra si spogliava Daniel, sentiva nascere in se la voglia di rivedere Adam. Che diavolo ci faceva lì con un altro? Era Adam che voleva e buon Dio avrebbe fatto di tutto per averlo quella notte.
    “ Basta così!” esclamò alzandosi dalla poltrona.
    L'ombra si bloccò si era appena sfilato la camicia.
    “ Devo andare.” disse mal celando l’impazienza.
    “ Non vuoi che finisca lo spettacolo?” chiese la voce celata dalla maschera.
    “ Ho provato a fare come dicevi tu,” ammise il giovane uomo con un sorriso inaspettato “ ho immaginato di essere con lui,” si stupiva di come si stesse scoprendo con quello sconosciuto “ mi dispiace ma non so vivere di sogni, tu non sei lui ed io voglio Adam.”
    Si avviò verso la porta, ma un singhiozzo soffocato lo fece voltare, non immaginava di aver ferito quel ragazzo.
    “ Mi dispiace...” rispose mortificato, tornando sui suoi passi “ non era mia intenzione ferirti.”
    “ Non mi hai ferito...” rispose una voce familiare scossa da un singhiozzo.
    Lo sconosciuto accese le luci e Daniel rimase impalato nel ritrovarsi di fronte il viso del fidanzato.
    “ Che... diavolo...” chiese allibito.
    “ Ti ho seguito,” ammise Adam, tirando su col naso “ volevo vedere cosa facevi... poi... ho chiesto a Tony di farmi passare per una delle ragazze e mi sono travestito...” era arrossito come un gambero.
    Daniel gli si avvicinò.
    “ Tu sei un idiota!” tuonò, sollevandolo di peso e stingendolo forte.
    Era un idiota, ma lo amava da impazzire.
    Adam affondò il viso contro la spalla accogliente dell'amato “ E tu sei…” non fece in tempo e replicare, le labbra dell'altro erano sulle sue e reclamando un’immediata risposta che non tardò ad arrivare.
    “ Adesso,” Daniel si staccò a malincuore da lui “ credo tu debba finire.”
    Adam lo guardò perplesso.
    Il compagno rise “ Non mi avevi detto tu di immaginare la persona che amavo qui con me?” chiese adagiandolo sul grande letto “ Se ogni sogno corrisponde e un desiderio, tu stanotte dovrai realizzare i miei.”
    Adam ridacchiò, aprì le braccia e lo accolse, dopotutto Daniel aveva ragione, pensò mentre aderiva al corpo dell'amato.
    “ Non chiedo altro, amore mio.” sussurrò con gli occhi che brillavano, mentre le labbra di Daniel si facevano strada lungo il suo collo scendendo lentamente, ma inesorabilmente sempre più giù in una tacita promessa di piacere….
     
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