Brividi Infedeli

Written by Silvia

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  1. LightxRyuzaki
     
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    Allora,avvertenze.
    Questa storia è a tematica gay ed conterrà contenuti espliciti.
    Fino ad ora,è quella che mi piace di più tra quelle che ho scritto.
    E' un piacere scriverla.
    Finora ho fatto 9 capitoli.
    Se vi piace,posterò il seguito con grande piacere ^_^
    Buona Lettura!




    Trama:

    Jonathan si è appena sposato con una giovane donna di nome Licia,e da poco vivono insieme in un condomio.Ma la scelta del luogo non è casuale,infatti proprio difronte al loro appartamento vive Federica,la migliore amica sin dall'infanzia della sposa,anch'essa sposata da poco con Angelo,scrittore di talento.
    Ma le due non immaginano che la loro amicizia possa anche unire i mariti in un vortice molto pericoloso...



    ------------------------------------------------------------------

    Capitolo 1




    Jonathan annusò a pieni polmoni l'aria che si poteva respirare nella sua nuova casa,mentre Licia era indaffarata a svuotare le scatole con le sue scarpe e posarle nel bagno,dentro la cassettiera vicino alla porta.

    Sapeva di appartamento economico,aria umida,fredda.

    Niente di più,niente di meno.

    Si era sempre immaginato che la casa in cui sarebbe andato a vivere per il resto della sua vita,avrebbe avuto un odore speciale e distinguibile dalle altre.

    A quanto pare si sbagliava.

    "Tesoro,non svuoti le tue scatole?Stasera andiamo da Federica!"

    Esclamò all'improvviso la donna,e per un attimo Jonathan vide nel corridoio l'ombra di sua moglie,incorniciata dalla gonna di pizzo.

    Si era legata i capelli rossi con un elastico verde,cosa che faceva spesso e che sembrasse voler dire -Ehi,stò lavorando!-.

    Il giovane si grattò la testa sbuffando in sottomissione.

    "Sì,sì,adesso lo faccio..."

    Si incamminò verso l'entrata,e trovò la sua filodendro che sembrava intenta a indicargli con una foglia particolarmente estesa che i suoi due scatoloni erano affianco a lei.

    Con uno slancio li afferrò entrambi e li gettò sul materasso spoglio nella stanza che sarebbe diventata la loro camera matrimoniale.

    Erano senza nastro adesivo e si potevano intravedere le camicie da lavoro,l'orologio da comodino e nell'altra un piccolo mac e un mouse.

    Non aveva proprio voglia di svuotarli.

    Era così bella la casa così nuda e semplice,sembrava quasi singolare.

    Con tutti quegli oggetti sarebbe diventata l'appartamento di una coppia.

    Entusiasmante,no?

    "Cosa cucino stasera?"

    Il castano si era piegato a prendere le camicie,e sentendo la voce della moglie,si girò istintivamente verso la porta.

    "Perchè non fai lo spezzatino con le patate?"

    "E uova con gli asparagi sia!"

    Esclamò contenta Licia,saltellando da una stanza all'altra.

    Jonathan gettò gli occhi al cielo con un sorriso di finta disapprovazione.

    Sistemò le camicie nell'armadio con noncuranza,prendendosi la briga di posizionare con cura il mac sulla scrivania.

    Il suono dei tacchi dietro di lui si era fatto sempre più vicino,fino a che la rossa non era sulla soglia della porta.

    "Oh,sono così emozionata,amore!Non è meraviglioso?"

    "Mhm,sì..."

    Il castano era preso a trovare una presa sul muro e Licia sorrise a sè stessa,fissando senza interesse un quadro verde sbucare da una scatola.

    "E' tanto che non vedo Federica..."

    "Al matrimonio non è venuta,no?"

    Intervenne Jonathan con un gemito di approvazione nel trovare una presa nascosta dietro la gamba posteriore della scrivania.

    "Era in luna di miele con suo marito..."

    "Marito?Non mi avevi detto che era sposata..."

    "L'avrò scordato.Suo marito ha la tua stessa età,che coincidenza!"

    In quel momento,quello che voleva fare il giovane sposo,era correre per la stanza gridando "Eureka!!!".

    Continuava a pensare all'incontro con quella famosa Federica come lo si farebbe con una vip di fama mondiale,stringendole la mano con imbarazzo e stando sul divano di casa sua in silenzio a guardarsi le spalle mentre le due spettegolavano di chissà che,magari chiedendo il suo intervento.

    Sia lodato il cielo.

    Almeno avrebbe potuto parlare con qualcuno,invece di rimanere a fissarle come un pesce fà attraverso la boccia.

    Ma si trattenne,magari sarebbe risultato maleducato.

    "Ah,ho capito..."

    "Dai,sbrigati!Così ci andiamo!Federica ha detto che ci aspettava verso le 14.30...mancano dieci minuti!"

    "Non ho mai capito perchè quando c'è un appuntamento con un giovane innamorato venite anche tre ore dopo,mentre quando si tratta di una amica in attesa,ogni minuto di ritardo è come una padellata in testa..."

    Licia rise di gusto,sciogliendo i capelli con un sospiro.

    "Sempre a scherzare tu,eh?"

    Jonathan le sorrise dolcemente stirandosi con le mani la camicia.

    "Vieni qua..."

    La moglie obbeddì subito,gettandosi tra le braccia del marito.

    Il castano la strinse a sè,sentendo con le dita i riccioli dei suoi capelli.

    Aveva sempre amato i capelli lisci,ma adorava i suoi.

    Le davano un'aria selvaggia.

    "Ti amo..."

    "Anche io..."

    Il giovane aggrottò la fronte.

    Si sbagliava,oppure quelle due parole erano state...nostalgiche?

    ........................................................................................................................



    Appena suonato il campanello,la porta dei vicini si aprì con uno scatto ansioso.

    Davanti alla soglia apparve una donna sulla trentina,con i capelli neri come la pece,sciolti sulle spalle,con gli occhi del medesimo colore.

    Jonathan trattenne a stento una risata,mostrando un sorriso malformato.

    Con un pò di trucco,sarebbe stata uguale a Kayako di "The Grudge".

    "Oh,tesoro!Quanto mi sei mancata!"

    Le due si gettarono in un abbraccio felice,e a guardarle con quei capelli e quei vestiti così diversi,sembrava di vedere un'orgia di colori.

    Saltellarono come due bambine farebbero dopo che il bel ragazzino del vicinato le ha degnate di uno sguardo.

    "Federica,quanto tempo!Sei perfetta,come sempre!"

    Sì,per un film horror,pensò con un sorriso ancora più tirato Jonathan.

    La donna rise,visibilmente in modo falso.

    "Oh,sei la solita cialtrona!"

    "No,dico davvero!Sei stupenda!"

    "Beh,tu non sei da meno!"

    "Cough,cough..."

    Le due si voltarono al suono emesso da Jonathan e lo guardarono come si guardarebbe un animale esotico allo zoo.

    Licia ridacchiò.

    "Oh,scusa,mi sono fatta prendere dall'emozione...lui è Jonathan,mio marito..."

    La "Kayako" guardò con gli occhi spalancati il marito dell'amica.

    "Oh,mio Dio,ma è praticamente un bambino!"

    A stento,il ragazzo trattenne un ringhio.

    Odiava quando la gente glielo diceva.

    Lui era un uomo oramai!

    "Sì,un bambino di 27 anni!"

    "Cavoli,sembra così...piccolo...non ha neanche un pelo di barba!"

    Aveva appena conosciuto quella donna,e già avrebbe venduta l'anima al diavolo per ucciderla.

    E lo irritava che continuava a commentarlo con sua moglie,come se lui non fosse in grado di rispondere.

    Ora si sentiva davvero un animale di uno zoo.

    "Forse perchè me la faccio bene..."

    Rispose con un sorriso tiratissimo.

    Federica lo guardò come per dire -Oh,mio Dio!Ma parla,anche?!-.

    "Oh,beh,congratulazioni!"

    "Anche a voi!Dov'è tuo marito Angelo?"

    La donna battè le mani una contro l'altra così rumorosamente che il ragazzo trasalì,mentre Licia non si mosse,evidentemente abituata.

    "Oh,quell'orso è in camera a scrivere!E' da stamattina che non stacca gli occhi da quel dannato pc,neanche per andare in bagno!Tra poco deve consegnare il suo manoscritto per farlo pubblicare..."

    "Pubblicare...?"

    Intervenne timidamente Jonathan.

    "Sì,è uno scrittore.Ha iniziato da poco,ma ha già ottenuto un discreto successo.Mi dispiace tanto,ma non è il caso di disturbarlo,non si può fermare neanche un secondo..."

    "No,figurati!"

    Esclamò Licia con un sorriso di assoluta comprensione.

    La corvina li guardò e fece un versetto di sorpresa.

    "Oh,come sono maleducata!Entrate,prego!Vi offro un caffé!"

    La donna trotterellò verso la cucina seguita da Licia,mentre lui si fermò a vedere una luce filtrare debolmente da una porta vicino all'entrata.

    Non era una luce naturale...ma era pomeriggio...non è che per sbaglio avevano lasciato una lampada accessa o chissà cosa?

    Era il caso di spegnerla.

    Aprì la porta con delicatezza,come intento a non svegliare un drago.

    Appena attraversò la soglia,si fermò di scattò.

    La stanza era completamente buia,e le serrande erano del tutto abbassate.

    L'unica luce era un pc dallo schermo enorme oscurato da una chioma corvina,liscia,quasi lucida.

    Intorno,vedeva solo le inquitanti sagome nere di due comodini,un armadio,una grande libreria e un letto matrimoniale.

    La persona seduta davanti al computer stava scrivendo con una velocità impressionante,e solo in quel momento il castano si rese conto di aver irrotto nella stanza di un giovane scrittore indaffarato.

    Prima che potesse uscire,una voce profonda e baritonale lo inchiodò al parquet.

    "Sì?"

    Era una domanda detta con un tono stanco e stufo.

    Il ragazzo indietreggiò di un passo,improvvisamente spaesato.

    "Ehm,sono il marito di Licia...mi dispiace averti interrotto..."

    Con un grugnito,l'uomo davanti al pc appoggiò il braccio sullo schienale della sedia girevole,fissando il giovane.



    Il marito di Federica guardò con particolare attenzione Jonathan.

    Aveva dei corti capelli castani chiaro e due occhi di un azzurro quasi grigio.

    Il tutto era accompagnato da un visino piacevole,sembrava di avere davanti un ragazzo delle superiori.

    Il corpo era nascosto dal buio,ma si poteva benissimo intuire che fosse magro.

    Invece,tutto ciò che potte capire Jonathan dell'uomo,era che aveva le gambe incrociate,gli occhi verdi chiaro,sottili e profondi,un volto dai lineamenti decisi,e i capelli neri,che sembravano presi in prestito dalla moglie "assassina".

    Forse era il buio,o forse era il fatto che si erano guardati reciprocamente come in sincronia,ma...

    Era un dato di fatto:il cuore di entrambi aveva mancato un battito.

    Il castano uscì improvvisamente dalla sua trance,e indietreggiò fino alla porta.

    "Scusa ancora,vado via..."

    "No,no,non ti preoccupare...rimani.Accendi la luce."

    Quelle parole sembravano averlo spinto verso l'interruttore e il giovane lo cliccò quasi disperatamente.

    Ora la stanza sembrava davvero quello che era.

    I mobili erano quasi tutti di legno,in abbinamento quasi perfezionato con il parquet.

    E davanti al pc non c'era uno scrittore,bensì un giovane dal viso stanco ma particolarmente bello.

    Ora si guardarono con velocità,prima che il corvino si alzò,e andò verso Jonathan con un sorriso gentile.

    "Scusami per l'atmosfera horror,ma preferisco scrivere in questo modo..."

    "No,figurati..."

    Rispose il giovane con sorrisetto veloce di ammirazione.

    "Mi chiamo Angelo,e sono il marito di Federica...tu devi essere..."

    "Jonathan.Ma puoi chiamarmi John,o Johnny,se vuoi..."

    Il corvino mutò le labbra in una piccola smorfia simpatica.

    "Nah,sarebbe un peccato.Hai un nome molto originale."

    "Grazie.Anche il tuo è..."

    Il ragazzo agitò le mani come se le dita potessero acchiappare un aggettivo.

    "...particolare?Mah,non direi.Vieni,accomodati..."

    Propose Angelo indicando il letto.

    Il ragazzo lo guardò con un certo disagio,ma poi si sedette sul margine con uno svollazzo.

    Il marito di Kayako si sedette nuovamente nella sua sedia girevole.

    "Quindi...fai lo scrittore..."

    Disse imbarazzato Jonathan per rompere quel pesante silenzio.

    "Già,è una vera rottura di coglioni..."

    "Perchè?"

    Effettivamente,pensò il castano,avevo sempre immaginato uno scrittore seduto su una poltrona di lusso a scrivere lentamente e con disinvoltura il suo futuro capolavoro su un block-notes,su un terrazzo pieno di fiori costosi.

    Non avrebbe mai pensato di vederne uno "conciato"così.

    Il corvino sbuffò sgranchendosi sulla sedia.

    "Io scrivo dalle 6 alle 8 ore al giorno.Leggo 70-80 libri all'anno,e devo rispettare un determinato periodo per pubblicare un libro che inizialmente ho iniziato per piacere,ma poi sono costretto a finire per dovere..."

    Jonathan spalancò gli occhi.

    "Porca puttana!Ma come fai a sopportarlo?"

    "Devo,altrimenti la casa editrice mi prende a calci nel culo"

    Il castano immaginò una casa stilizzata con sù scritto "Editrice" con delle lunghe gambe,inseguire Angelo con delle scarpe da ginnasta e rise.

    Il corvino lo guardò per un attimo,prima di unirsi alla risata anche lui.

    "Oh,beh,diciamo che solo Dio sà per quale cazzo di motivo ho deciso di fare stò lavoro..."

    "Che tipo di libri scrivi?"

    "Thriller oppure horror"

    Jonathan sorrise.

    "Oh,deve essere interessante!"

    "Se vuoi,ti passo qualche mio romanzo..."

    Il ragazzo dissentì con imbarazzo.

    "Mi dispiace,ma non sono un grande lettore,diciamo che l'ultimo libro che ho letto per intero è stato Pinocchio..."

    "Ah ah ah,oh,beh,non fà niente...vuoi bere qualcosa?"

    "Sì,mi piacerebbe"

    Entrambi si sorrisero.

    Si era creata una piacevole intesa tra i due,che per un momento

    Jonathan pensò che se avrebbe allungato la mano nell'aria avrebbe potuto catturarla.

    "Beh,allora andiamo...mia moglie ha un fetish per le bibite,quindi penso che potrai trovare quella che ti piace"

    Il castano annuì.

    "Grazie tante"

    "Ma ti pare"

    Il ragazzo sì alzò con uno scattò e camminò fianco a fianco con il corvino per raggiungere la cucina.

    E,nel bel mezzo nel corridoio,le loro mani scivolarono fino a toccarsi.

    Entrambi la ritrassero istintivamente.

    E Jonathan sorrise imbarazzato al corvino.

    Senza sapere che anche lui aveva provato un brivido a quel semplice contatto.





















     
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  3. LightxRyuzaki
     
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    Ne sono felice :D (ad averla scritta sono io,Silvia).

    Posto allora il 2°capitolo ^_^


    ---------------------------------------------------

    Capitolo 2





    Le voci eccitate delle due donne erano udibile fino all'entrata e,quasi in contemporaneo,i due uomini avevano fatto una smorfia per la moglie casinista.

    Ad accoglierli in cucina,c'erano il palpabile profumo di cipolla soffritta e della carne tritata.

    Con timidezza,Jonathan irruppe nella stanza guardandosi intorno:

    oltre a una tavola con una sobria tovaglia giallo-ananas,c'era un ventilatore che lavorava silenziosamente nell'angolo della stanza,sopra un comodino vimini.

    Alla sinistra,una graziosa cucina,che a lui ricordò vagamente quella del film “Il Sesto Senso”.



    “Oh,eccovi,musoni!”



    Licia,con i suoi abbondanti (e ingombranti,dovette ammettere Jonathan) capelli ricci legati con una molletta color ruggine,aveva un grembiule intorno ai fianchi,e sembrava particolarmente sgargiante.

    Guardò Angelo e gli sorrise avvicinandosi per stringergli la mano.



    “Piacere!Sono Licia,la moglie di Jonathan”



    “Il piacere e tutto mio”



    Ammise l'uomo dai capelli neri stringendogli la mano a sua volta.



    Federica (che da dietro faceva ancora più paura e sembrava la bambina di “The Ring”),stava tagliando a rondelle le zucchine così velocemente,che il giovane sposo della rossa rimase infantilmente a bocca aperta.



    “Wow,hai fatto un corso di cucina,Federica?”



    Chiese,cercando di rompere il ghiaccio e legarsi a quella donna antipatica.

    La corvina si girò e sorrise.

    Grazie a Dio,il sorriso sul suo viso la rendeva graziosa.



    “Oh,come sei gentile!No,è solo che ho avuto a che fare con i miei 3 fratellini,visto che mia madre lavorava sempre...”



    Il suoi sguardo si posò pigramente sul marito.



    “Siamo usciti dalla tana,a quanto vedo...”



    L'uomo si stiracchiò con uno sbuffo rumoroso mentre la rossa tornava ai fornelli con un sorriso.



    “Chiedo scusa,ma la tua boccuccia deve pur ingurgitare qualcosa,no?E grazie alla mia “tana” in questa casa entrano dei soldi...”



    Federica fece una smorfia talmente grande che fu praticamente visibile a tutti.



    “Mi perdoni,mister -Io mi do da fare,mentre tu stai tutto il giorno a non fare un cazzo-...”



    “Bah,non ho detto questo!Lo vedi che sei un avvoltoio?!”



    Guardando da una parte all'altra,Jonathan era indeciso se scoppiare a ridere o cercare di fermarli.

    Proprio non riusciva a capire se stessero litigando o scherzando.

    Dopo un po' di silenzio,la corvina sospirò.



    “Vabbè,lasciamo perdere...hai finito il capitolo del tuo romanzo?”



    “No,non ancora...”



    Rispose freddamente l'uomo,sedendosi a capo tavola.

    Il castano lo imitò.



    “E che ci fai qui?”



    Il corvino si girò a sorridere al giovane al suo fianco.



    “Beh,volevo fare quattro chiacchiere con Jonathan...sembra simpatico...”



    Federica si girò verso di lui con gli occhi quasi spalancati.



    “Oh,non è mai capitato che lasciassi il tuo lavoro per discutere con qualcuno!”



    “Beh,c'è una prima volta per tutti,no?”



    Rispose lui con un sorriso forzato.

    Lei rispose con un'alzata di spalle,gettando con un coltello contro il tagliere di legno,le zucchine dentro la padella.



    “Se lo dici tu...”



    “Quindi Angelo,sei uno scrittore...cosa scrivi?Genere,intendo...”



    Cominciò con voce squillante la rossa,come stesse parlando a un bambino mentalmente disturbato.

    Il marito della corvina,annuì al nulla,mentre Jonathan fissava il riflesso giallo sul bicchiere davanti a sé.



    “Scrivo romanzi .Per ora ne ho scritti cinque,tra cui tre sono storie dell'orrore e due sono thriller...”



    “Oh,che bello!Io adoro i libri!Potresti farmeli leggere?”



    Angelo annuì con un certo disagio.



    “Ma certo,mi farebbe davvero piacere. Poi te li passo.”



    “Grazie di cuore”



    “Jonathan,che lavoro fai?”



    Intervenne prontamente la scura,come se si sentisse a disagio che nessuno le parlasse.



    “Ehm,lavoro in una gelateria...”



    “Oh,deve essere bello!”



    Rispose lei,con un tono che sembrava voler incolpare il marito.

    Quest'ultimo si girò verso di lui incuriosito.



    “Lavori tutta la settimana?”



    “No,sono a casa venerdì,sabato e domenica...in compenso,il resto della settimana ho il turno pieno...”



    “Beh,almeno è tranquillo il fine settimana...”



    Commentò dal nulla la rossa,che fissava incantata quello che bolliva nella pentola.



    “Già,direi che è una buona cosa”



    Replicò la corvina,sempre con quel tono fastidioso.

    Jonathan guardò Angelo.



    “Da quanto siete sposati?”



    “All'incirca un anno...”



    “Capisco...”



    “E già non la sopporto più...”



    “Pensa io!”



    Intervenne con un borbottio nervoso Federica,accompagnato da uno sbuffo.

    La rossa guardò da una parte all'altra con nervosismo,come se il destino dell'umanità dipendesse da lei.



    “Oh,coraggio!Siete una così bella coppia!”



    Quasi in sincronia,entrambi pronunciarono uno “Tsk!”.

    Il castano fece un mezzo sorriso per poi fissare da una parte all'altra anche lui.

    Non appena il suo sguardo incontrò quello di Angelo,questo sorrise con ardore e lui si sentì stranamente mancare.



    Il silenzio sembrò regnare nella stanza,sebbene le due donne stessero vivamente chiacchierando.


    -----------------------------------------



    Erano passati ormai cinque mesi da quando Jonathan e sua moglie Licia si erano trasferiti nella nuova casa.

    Tutti i giorni,si incontravano con Angelo e Federica,a volte nella loro casa o viceversa.

    Qualche volta erano persino usciti insieme al ristorante.

    Ma,sebbene fossero in sintonia,Jonathan si sentiva stranamente a disagio con Angelo o almeno ogni volta che si guardavano.

    Gli pareva un gesto maleducato,ma gli capitò più volte di distogliere lo sguardo nel bel mezzo di una chiacchierata e sperò vivamente che il corvino non capisse o almeno non sentisse le sue vere ragioni,che in un certo senso il giovane trovava stupide.

    Per carità,lui si trovava benissimo con lui.

    Andavano molto d'accordo,scoprirono anche di avere diversi interessi in comune:

    la passione per i rettili,la cucina indiana,la musica metal e persino i film di Woody Allen.



    Ma erano quegli occhi che lo facevano star male.

    Sembravano due fari dalla luce fioca,pronti ad analizzare fino in fondo un luogo deserto.

    Ogni volta si incontravano con un sorriso sgargiante,come se entrambi non desiderassero altro che vedersi.



    Cosa che,con inquietudine,Jonathan trovò del tutto vera.

    Erano come fratelli separati alla nascita.

    Più di una volta,infantilmente,il castano si era trovato a desiderare che lo fossero.



    Ma,era normale sentire come il cuore martellargli contro la pelle del petto ogni volta che anche solo si sfiorassero?

    O quando gli dava una leggera pacca sulla spalla?



    Jonathan spinse la faccia contro il cuscino,cercando con gli occhi la forma femminile che ronfava nuda al suo fianco. Con la mano le sfiorò una coscia,sorridendo.



    Bah,forse sì...magari era per la troppa sintonia...



    Forse...


    -------------------------------------------------------




    Alle 2:31 di notte,Jonathan,attraverso diverse ciocche spettinate sulla fronte,cercò con lo sguardo stanco l'orologio,sbuffando.

    Non riusciva ad addormentarsi.

    Non capiva perchè.

    Aveva sonno,la temperatura era sopportabile,c'era un silenzio delizioso.

    Ma qualcosa dentro di lui sembrava intento a non farlo dormire.

    Scattò in piedi con pigrizia,per poi dirigersi,in camicia e boxer,verso la cucina.

    La luce del frigorifero era particolarmente confortante nel buio pesto della notte.

    Afferrò una scatola di latte già aperta,controllando la data di scadenza.

    Tutto regolare.

    Non appena ingurgitò il freddo liquido,sentì un suono proveniente dall'entrata.

    Per poco non gettò il cartone sul pavimento.

    Si soffocò con il latte,per poi tossire silenziosamente.

    Chi diavolo era a quest'ora?!

    Posando velocemente la confezione nel frigo e chiudendolo,quasi in punta di piedi,il castano andò verso l'entrata.

    Spiò con sguardo vigile ogni oggetto,come se fosse posseduto.

    Ma non vide niente.



    Alzò le spalle.

    Vedeva troppi horror ultimamente.

    Meglio lasciar perdere.



    Di nuovo un suono,ora più percettibile,e lui rimase pietrificato davanti alla porta d'entrata.

    Qualcuno stava bussando.



    Deglutì e prese un respiro.

    Non poteva esserci nessuno.

    Era notte fonda.



    Ora avrebbe aperto quella porta maledetta,convincendo sé stesso di aver bisogno di una sana dormita e di una settimana di astinenza dai film dell'orrore.

    Non appena aprì la porta selvaggiamente,per poco non cadde.



    Si accorse di tremare.

    Probabilmente era il freddo entrato ora,contro le sue gambe.

    I peli sulla pelle si rizzarono come sull'attenti.



    Era il freddo,sì,era il...



    “Ciao,Jonathan...spero di non disturbare.”



    Angelo gli stava calorosamente sorridendo.
     
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  4. LightxRyuzaki
     
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    Scusate l'assenza ç_ç





    Capitolo 3


    Jonathan restò a fissare il suo ospite per un tempo che per lui sembrò infinito.
    Che cosa ci faceva Angelo,a casa sua,a quell'ora della notte?

    Il ragazzo lanciò un'occhiata alle spalle del corvino,come alla ricerca di qualcosa.

    “Cosa c'è?”

    “No,ecco,mi chiedevo dove fosse tua moglie...”

    Angelo gli sorrise di nuovo.

    “No,non c'è...”

    Jonathan si guardò alle spalle,per poi sentire un respiro appena percettibile svolazzare vicino alla stanza da letto.
    Sua moglie stava ancora dormendo.

    “Posso entrare?”

    Chiese all'improvviso il corvino,ricevendo un gesto di assenso dal castano,che si fece spazio per farlo entrare.

    “Sì,ehm,prego...”

    Appena chiuse la porta,sentì Angelo sospirare.

    “Ti ho svegliato?”

    “No,ero già sveglio...hai bisogno di qualcosa?”

    “No,beh,non riuscivo a dormire...ti ho sentito passeggiare in giro per casa e ho pensato che fosse un problema anche per te...”

    Il cuore di Jonathan prese improvvisamente a battere più velocemente.
    Come lo aveva sentito?
    Quanto poteva essere fine il suo udito?
    O...quanto poteva essere vicino?

    Lo sguardo curioso di Angelo lo fece risvegliare dai suoi pensieri.
    Notò che stava guardando come era vestito e a stento tratteneva una risata.

    “Ehm,sì,fa caldo...”

    “Bah,non preoccuparti...solo che,ti pare il modo di aprire la porta?”

    Il castano rise di gusto mentre andavano nel piccolo soggiorno.

    “Hai ragione”

    Appena arrivati lì,Jonathan accese la piccola macchina del caffè,controllando se c'era dell'acqua nel filtro.
    Angelo si sedette sul divano con uno slancio.

    “Licia ha il sonno pesante?”

    “Già. Nemmeno una bomba atomica la sveglierebbe...”

    “Allora può darsi la mano con Federica. Ci mette vent'anni a svegliarsi,dopo mille e mille volte che la chiamo”

    L'odore aromatico del caffè riempì con un silenzio delizioso la cucina.
    Sebbene facesse caldo,quello era un calore piuttosto piacevole.

    “Posso togliermi la giacca?”

    “Sì,sì...”

    Il corvino dagli occhi verdi si sfilò la giacca marrone lentamente,mettendo in mostra una canottiera bianca.
    Il ventilatore sembrava fissarli entrambi nel suo giro fermo e monotono.

    “Quanto zucchero?”

    “Boh,fai tu...”

    Dopo aver condito le tazze di porcellana,una verde e l'altra rossa,(anche se il colore era leggermente sbiadito dal tempo e dall'umidità) con due cucchiaini di zucchero,si voltò per portare le tazze al divano e i suoi occhi azzurri caddero sulle braccia del suo ospite.
    Per essere uno che rimane seduto davanti al pc aveva dei muscoli notevoli.
    Angelo sorrise prendendo la tazza rossa.

    “Grazie...”

    “Di nulla...”

    Il castano si sedette al suo fianco,dando una soffiata sul vapore del caffè,per raffreddarlo.
    Angelo lo stava già sorseggiando senza troppi complimenti.

    “Jonathan...”

    “Mhm?”

    “Non ti sei...beh,mai sentito un po'...come dire,in colpa per esserti sposato?”

    Il giovane aggrottò la fronte,fissandolo,mentre sorseggiava il suo caffè.

    “In colpa?”

    “Sì,nel senso...non avresti preferito,come dire,non farlo...?”

    “Tu?Che mi dici?”

    Il corvino sospirò appoggiandosi al morbido schienale del divano.

    “Io sì. Tanto. Se potessi tornare indietro,non mi sposerei...”

    “Perché?”

    I due si guardarono negli occhi per un periodo che a Jonathan sembrò infinito.
    Il ventilatore continuava a spiarli in silenzio.

    Improvvisamente,Angelo posò la tazza sul pavimento,vicino alla gamba del divano.

    “Jonathan...”

    Sussurrò.
    In un primo momento,il ragazzo credette che quel tono di voce era dovuto a una reazione automatica dovuta alla sera.

    Di solito,la sera,non si parla a bassa voce anche se non ce ne è bisogno?

    Ma dopo capì che non era così.
    La sua voce era come modificata da un'emozione che il castano non riuscì a percepire.
    Angelo si avvicinò a lui.
    Lo guardò di nuovo negli occhi e poi,senza che il giovane potesse capirlo,gli appoggiò una mano sulla coscia sinistra.
    Jonathan sobbalzò.

    “Che cosa st...!”

    Una sensazione di un qualcosa di umido sul collo fu l'unica cosa che Jonathan riuscì a percepire.
    Aveva come perso il senso della vista.
    La mano sulla sua coscia rafforzò la sua presa sulla carne morbida,mentre Angelo baciava e succhiava dolcemente la pelle del collo del giovane.
    Il castano si morse il labbro inferiore,arrossendo,mentre sentiva il signorino dentro i suoi boxer agitarsi dolcemente contro la stoffa.
    Si sentì tremare per la sorpresa,lo shock.

    Che cazzo stava facendo?!
    Era scioccato,spaventato,non riusciva a muoversi.
    Non riusciva neppure a parlare.
    Aveva la bocca come serrata con una colla di marca.

    La mano sulla sua gamba,mollò la sua presa e si infilò tra i suoi capelli facendo girare il volto del ragazzo verso il suo,per poi contemplarlo.

    Jonathan spalancò gli occhi.
    La saliva calda sul suo collo scivolò lentamente sulla sua clavicola sinistra.

    “Angelo,cosa...”

    L'ultima parola venne inghiottita da un caldo,feroce e lussurioso bacio.
    Il giovane gridò di sorpresa dentro la bocca del corvino.
    Angelo lo stava baciando con la lingua.
    Non era un bacio amichevole o di scherno.
    Era un bacio di desiderio.

    Si spinse su di lui,facendogli cadere la tazza dalla mano facendola andare in frantumi sul pavimento.
    Gli strinse con forza i capelli,mentre con l'altra mano gli tastò il membro indurito.
    Appena lo percepì,il corvino gemette e l'accolse con violenza,per poi mettersi a cavalcioni su di lui.
    Il bacio non si fermò.
    Angelo premette il suo membro contro quello di Angelo,che spalancò gli occhi.
    Era eccitato anche lui.

    Solo appena sentì il pene dell'uomo contro il suo,si riprese.
    Si mise a gemere di disapprovazione nella bocca del corvino e appoggiò le mani sul suo petto per staccarlo.
    Quello non ubbidì.
    Invece,si appoggiò ancora di più su di lui,approfondendo il bacio con lussuria sfrenata.
    Jonathan si agitò nel disagio,continuando a spingere le mani e a cercare di spostare il viso.
    Dopo quindici minuti di lotta,Angelo allentò la presa e lui ne approfittò.
    Rotolò da sotto di lui,gettandosi giù dal divano.

    Trattenne un grido.
    Un coccio di porcellana si era infilato nella sua coscia e nel suo ginocchio.
    Ma poco importava,in quel momento.

    Scattò in piedi,sbattendo contro il tavolo di legno.
    Angelo si alzò in piedi,ansimante.

    “Che cosa...”

    Cominciò il castano arrossendo ancora di più incontrando i suoi occhi.
    Si schiarì la voce.

    “Angelo,che cazzo era quello?”

    Il corvino si avvicinò a lui.
    Il ragazzo si trovò intrappolato.
    Questo afferrò i lati del suo viso e gli diede un piccolo ma profondo bacio sulle labbra.
    Poi,senza lasciarlo,lo guardò negli occhi.
    Ansimava ancora.

    “Jonathan...io sono perdutamente innamorato di te...”

    Il cuore si fermò nel petto del giovane.
    Spalancò gli occhi e la bocca.

    “Sono pazzo di te,Jonathan. Ti penso sempre. Ti sogno sempre,non riesco a fare a meno di te”

    Ammise lo scrittore,avvicinandosi al suo orecchio.
    Il castano rimase immobile,stringendo i pugni sul tavolo.

    “Quanto mi costa non poterti baciare appena ti vedo!Quanto mi costa non stringerti tra le mie braccia ogni volta che mi guardi con quel tuo viso stupendo...”

    Il giovane sobbalzò appena percepì la sua lingua percorrere il suo lobo.

    “Ti amo,Jonathan. Ti voglio...”

    Le sue mani strisciarono sotto la sua schiena,afferrando il suo sedere.
    Il giovane squittì arrossendo ancora di più.

    “L-lasciami!”

    Il giovane ebbe una forza improvvisa e lo spinse via portandosi una mano davanti alla bocca.

    “Tu..sei pazzo!”

    I suoi occhi azzurri si spalancarono di nuovo.

    “Vattene!Vattene subito da casa mia!”

    Gridò.
    Il corvino lo guardò con una tale serietà che il ragazzo traballò.

    “Non ho alcuna intenzione di arrendermi,Jonathan...”

    Disse a bassa voce,appena fu sulla soglia della porta della cucina si girò per guardarlo e sorrise con tristezza.

    “Tu sarai mio...lo giuro”

    Jonathan rimase fermo a sentire i passi del corvino e la porta d'entrata chiudersi.
    Si girò e mentre fissava i cocci morti sul pavimento,si sentì sopraffare da una misto di shock,rammarico e incredulità.
     
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