Brividi Infedeli

Written by Silvia

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  1. LightxRyuzaki
     
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    Scusate l'assenza ç_ç





    Capitolo 3


    Jonathan restò a fissare il suo ospite per un tempo che per lui sembrò infinito.
    Che cosa ci faceva Angelo,a casa sua,a quell'ora della notte?

    Il ragazzo lanciò un'occhiata alle spalle del corvino,come alla ricerca di qualcosa.

    “Cosa c'è?”

    “No,ecco,mi chiedevo dove fosse tua moglie...”

    Angelo gli sorrise di nuovo.

    “No,non c'è...”

    Jonathan si guardò alle spalle,per poi sentire un respiro appena percettibile svolazzare vicino alla stanza da letto.
    Sua moglie stava ancora dormendo.

    “Posso entrare?”

    Chiese all'improvviso il corvino,ricevendo un gesto di assenso dal castano,che si fece spazio per farlo entrare.

    “Sì,ehm,prego...”

    Appena chiuse la porta,sentì Angelo sospirare.

    “Ti ho svegliato?”

    “No,ero già sveglio...hai bisogno di qualcosa?”

    “No,beh,non riuscivo a dormire...ti ho sentito passeggiare in giro per casa e ho pensato che fosse un problema anche per te...”

    Il cuore di Jonathan prese improvvisamente a battere più velocemente.
    Come lo aveva sentito?
    Quanto poteva essere fine il suo udito?
    O...quanto poteva essere vicino?

    Lo sguardo curioso di Angelo lo fece risvegliare dai suoi pensieri.
    Notò che stava guardando come era vestito e a stento tratteneva una risata.

    “Ehm,sì,fa caldo...”

    “Bah,non preoccuparti...solo che,ti pare il modo di aprire la porta?”

    Il castano rise di gusto mentre andavano nel piccolo soggiorno.

    “Hai ragione”

    Appena arrivati lì,Jonathan accese la piccola macchina del caffè,controllando se c'era dell'acqua nel filtro.
    Angelo si sedette sul divano con uno slancio.

    “Licia ha il sonno pesante?”

    “Già. Nemmeno una bomba atomica la sveglierebbe...”

    “Allora può darsi la mano con Federica. Ci mette vent'anni a svegliarsi,dopo mille e mille volte che la chiamo”

    L'odore aromatico del caffè riempì con un silenzio delizioso la cucina.
    Sebbene facesse caldo,quello era un calore piuttosto piacevole.

    “Posso togliermi la giacca?”

    “Sì,sì...”

    Il corvino dagli occhi verdi si sfilò la giacca marrone lentamente,mettendo in mostra una canottiera bianca.
    Il ventilatore sembrava fissarli entrambi nel suo giro fermo e monotono.

    “Quanto zucchero?”

    “Boh,fai tu...”

    Dopo aver condito le tazze di porcellana,una verde e l'altra rossa,(anche se il colore era leggermente sbiadito dal tempo e dall'umidità) con due cucchiaini di zucchero,si voltò per portare le tazze al divano e i suoi occhi azzurri caddero sulle braccia del suo ospite.
    Per essere uno che rimane seduto davanti al pc aveva dei muscoli notevoli.
    Angelo sorrise prendendo la tazza rossa.

    “Grazie...”

    “Di nulla...”

    Il castano si sedette al suo fianco,dando una soffiata sul vapore del caffè,per raffreddarlo.
    Angelo lo stava già sorseggiando senza troppi complimenti.

    “Jonathan...”

    “Mhm?”

    “Non ti sei...beh,mai sentito un po'...come dire,in colpa per esserti sposato?”

    Il giovane aggrottò la fronte,fissandolo,mentre sorseggiava il suo caffè.

    “In colpa?”

    “Sì,nel senso...non avresti preferito,come dire,non farlo...?”

    “Tu?Che mi dici?”

    Il corvino sospirò appoggiandosi al morbido schienale del divano.

    “Io sì. Tanto. Se potessi tornare indietro,non mi sposerei...”

    “Perché?”

    I due si guardarono negli occhi per un periodo che a Jonathan sembrò infinito.
    Il ventilatore continuava a spiarli in silenzio.

    Improvvisamente,Angelo posò la tazza sul pavimento,vicino alla gamba del divano.

    “Jonathan...”

    Sussurrò.
    In un primo momento,il ragazzo credette che quel tono di voce era dovuto a una reazione automatica dovuta alla sera.

    Di solito,la sera,non si parla a bassa voce anche se non ce ne è bisogno?

    Ma dopo capì che non era così.
    La sua voce era come modificata da un'emozione che il castano non riuscì a percepire.
    Angelo si avvicinò a lui.
    Lo guardò di nuovo negli occhi e poi,senza che il giovane potesse capirlo,gli appoggiò una mano sulla coscia sinistra.
    Jonathan sobbalzò.

    “Che cosa st...!”

    Una sensazione di un qualcosa di umido sul collo fu l'unica cosa che Jonathan riuscì a percepire.
    Aveva come perso il senso della vista.
    La mano sulla sua coscia rafforzò la sua presa sulla carne morbida,mentre Angelo baciava e succhiava dolcemente la pelle del collo del giovane.
    Il castano si morse il labbro inferiore,arrossendo,mentre sentiva il signorino dentro i suoi boxer agitarsi dolcemente contro la stoffa.
    Si sentì tremare per la sorpresa,lo shock.

    Che cazzo stava facendo?!
    Era scioccato,spaventato,non riusciva a muoversi.
    Non riusciva neppure a parlare.
    Aveva la bocca come serrata con una colla di marca.

    La mano sulla sua gamba,mollò la sua presa e si infilò tra i suoi capelli facendo girare il volto del ragazzo verso il suo,per poi contemplarlo.

    Jonathan spalancò gli occhi.
    La saliva calda sul suo collo scivolò lentamente sulla sua clavicola sinistra.

    “Angelo,cosa...”

    L'ultima parola venne inghiottita da un caldo,feroce e lussurioso bacio.
    Il giovane gridò di sorpresa dentro la bocca del corvino.
    Angelo lo stava baciando con la lingua.
    Non era un bacio amichevole o di scherno.
    Era un bacio di desiderio.

    Si spinse su di lui,facendogli cadere la tazza dalla mano facendola andare in frantumi sul pavimento.
    Gli strinse con forza i capelli,mentre con l'altra mano gli tastò il membro indurito.
    Appena lo percepì,il corvino gemette e l'accolse con violenza,per poi mettersi a cavalcioni su di lui.
    Il bacio non si fermò.
    Angelo premette il suo membro contro quello di Angelo,che spalancò gli occhi.
    Era eccitato anche lui.

    Solo appena sentì il pene dell'uomo contro il suo,si riprese.
    Si mise a gemere di disapprovazione nella bocca del corvino e appoggiò le mani sul suo petto per staccarlo.
    Quello non ubbidì.
    Invece,si appoggiò ancora di più su di lui,approfondendo il bacio con lussuria sfrenata.
    Jonathan si agitò nel disagio,continuando a spingere le mani e a cercare di spostare il viso.
    Dopo quindici minuti di lotta,Angelo allentò la presa e lui ne approfittò.
    Rotolò da sotto di lui,gettandosi giù dal divano.

    Trattenne un grido.
    Un coccio di porcellana si era infilato nella sua coscia e nel suo ginocchio.
    Ma poco importava,in quel momento.

    Scattò in piedi,sbattendo contro il tavolo di legno.
    Angelo si alzò in piedi,ansimante.

    “Che cosa...”

    Cominciò il castano arrossendo ancora di più incontrando i suoi occhi.
    Si schiarì la voce.

    “Angelo,che cazzo era quello?”

    Il corvino si avvicinò a lui.
    Il ragazzo si trovò intrappolato.
    Questo afferrò i lati del suo viso e gli diede un piccolo ma profondo bacio sulle labbra.
    Poi,senza lasciarlo,lo guardò negli occhi.
    Ansimava ancora.

    “Jonathan...io sono perdutamente innamorato di te...”

    Il cuore si fermò nel petto del giovane.
    Spalancò gli occhi e la bocca.

    “Sono pazzo di te,Jonathan. Ti penso sempre. Ti sogno sempre,non riesco a fare a meno di te”

    Ammise lo scrittore,avvicinandosi al suo orecchio.
    Il castano rimase immobile,stringendo i pugni sul tavolo.

    “Quanto mi costa non poterti baciare appena ti vedo!Quanto mi costa non stringerti tra le mie braccia ogni volta che mi guardi con quel tuo viso stupendo...”

    Il giovane sobbalzò appena percepì la sua lingua percorrere il suo lobo.

    “Ti amo,Jonathan. Ti voglio...”

    Le sue mani strisciarono sotto la sua schiena,afferrando il suo sedere.
    Il giovane squittì arrossendo ancora di più.

    “L-lasciami!”

    Il giovane ebbe una forza improvvisa e lo spinse via portandosi una mano davanti alla bocca.

    “Tu..sei pazzo!”

    I suoi occhi azzurri si spalancarono di nuovo.

    “Vattene!Vattene subito da casa mia!”

    Gridò.
    Il corvino lo guardò con una tale serietà che il ragazzo traballò.

    “Non ho alcuna intenzione di arrendermi,Jonathan...”

    Disse a bassa voce,appena fu sulla soglia della porta della cucina si girò per guardarlo e sorrise con tristezza.

    “Tu sarai mio...lo giuro”

    Jonathan rimase fermo a sentire i passi del corvino e la porta d'entrata chiudersi.
    Si girò e mentre fissava i cocci morti sul pavimento,si sentì sopraffare da una misto di shock,rammarico e incredulità.
     
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